Parole di congedo: P. Dueñas


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Venga il tuo Regno!

Nel lontano mese di luglio di ventanni fa, per richiesta del Beato Giovanni Paolo II, davamo inizio a questavventura di formazione sacerdotale, sotto il patrocinio amorevole della nostra Madre, Maria Madre della Chiesa. In questi venti anni, sono stati alunni di questo collegio 1009 seminaristi, dei quali sono arrivati già al sacerdozio 680, e altri sono in cammino di diventar-lo, perché si trovano già nella propria diocesi, come diaconi e seminaristi o, perché si trovano qui, in collegio, in periodo di formazione.
Tutti questi alunni sono appartenute a 236 diocesi e a 45 paesi, dei cinque continenti.

Dopo tanti anni, era giusto che arrivassi, anche per me, lora di congedarmi di questo bellissimo lavoro pastorale, come è questo della formazione sacerdotale. Personalmente ringrazio il Signore per questo singolare dono che a concesso a me, di offrire tutta la mia vita sacerdotale, quasi 47 anni, alla formazione sacerdotale; prima, in alcune case della Legione di Cristo e poi, in questo collegio Maria Mater Ecclesiae. È davvero un dono grande aver potuto accompagnare nella formazione a circa 1000 sacerdoti. È un dono talmente grande per me, che non trovo parole adeguate per ringraziare Dio.

Questo lavoro pastorale di formazione, non poteva essere possibile, senza il prezioso aiuto di tanti Padri legionari, che mi hanno affiancato in questo delicato lavoro. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento. Tramite i Padri chi presenti, voglio dire un tante grazie a tutti.

Il P. Carlos e gli altri formatori, hanno voluto amabilmente dedicare questo giorno di tutti i Santi, per farmi un congedo, per così dire, ufficiale. Ringrazio molto questo gesto fraterno a loro e, anche a tutti voi cari seminaristi.

In questoccasione voglio manifestare il ringraziamento che porto nel mio cuore, in primo luogo, a Cristo, allo Spirito Santo e alla Madonna, alla Chiesa e alla mia Congregazione che hanno avuto fiducia in me.
Voglio dire in alto, un tante grazie a voi, cari Padri Formatori, che negli ultimi anni avete portato con me il peso della giornata e del calore, nel lavoro di formazione, giorno dopo giorno. È grande il debito di gratitudine che devo a voi e, che solo Dio può colmare con i sui doni.

Però, voglio dire anche, in alta voce un: tante grazie! A voi, cari seminaristi e, tramite voi, a tutti gli ex alunni, oggi già sacerdoti e dispersi per il mondo che, lungo questi anni, mi avete accompagnato con la vostra amicizia, con la vostra comprensione, con la vostra fiducia, con la vostra docilità e, soprattutto con la vostra preghiera. Grazie, grazie mille!

Vorrei anche approfittate loccasione per chiedere perdono per tutte le mie mancanze, che voi abbiate trovato in me, come uomo che sono, debole e pieno di difetti.

Governare un collegio come questo, non è facile. Nel mio sforzo di formazione, ho voluto guardare sempre Cristo e la Chiesa e, insieme, il miglior bene integrale per la formazione di ciascuno di voi. Ho cercato di non tradire voi e i vostri Vescovi, abbassando le esigenze, la disciplina e, soprattutto lideale: che è Cristo!

Magari per qualcuno sono stato troppo esigente. La verità è, che ho cercato di farvi capire che, il vero amore lho voluto manifestare nellesigere e aiutare ognuno di voi a essere sempre migliore, sempre più vicini al modello che è Cristo.

Ho voluto anche, farvi capire che, il tempo di seminario è offerto per formare in ognuno di voi un cuore sacerdotale, su misura di Cristo crocifisso e risorto. È Cristo che porteresti come donno a gli uomini, nel vostro ministero pastorale.

Voglio lasciarvi un consiglio, che è stato presente nel mio cuore di formatore, in tutto questo lungo periodo di formazione: amate Cristo e quello che Lui ama: amate il Padre celeste, lo Spirito Santo, dolce ospite della nostra anima, amate Maria, sua Madre, la Chiesa, sua sposa, che è una, santa, cattolica e apostolica, amate gli uomini, per i quali Cristo ha offerto sua vita nella croce. Il cammino vi lo dissi tante volte: è la preghiera. Il sacerdote che prega, che cura la sua preghiera, ogni giorno, ha un suo modo di credere, di sperare, di amare, di pensare e di agire, insomma, di essere, perché somiglierà a Cristo, che passava tante ore in contatto con il Padre.

Durante la vita sacerdotale, possiamo inciampare in difficoltà piccoli o grandi, nella preghiera troviamo sempre la luce, la forza, la fede, la fiducia per superarle. Il sacerdote che prega, avrà sempre la possibilità di trovare la strada giusta per uscire da qualsiasi prova.

Chiedo a voi, un ricordo nelle vostre preghiere, per ottenere la grazia della perseveranza finale, che è il dono più prezioso per ogni cristiano e per ogni sacerdote. Alcuni mi domandano: adesso qualè il su lavoro? Io rispondo che, il mio principale lavoro, è quello di preparare lesame più difficile che è quello di universa vita.

Potete essere sicuri che porto tutti nel mio cuore sacerdotale e, tutti i giorni ho un ricordo per voi nel memento della Messa.

Che Dio vi benedica sempre!

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