15 GIORNI DOPO L’ORDINAZIONE DIACONALE
Son passati ormai
15 giorni dall'ordinazione Diaconale. I giorni vicini – lo potreste immaginare
– fu difficile mettersi a tovolo e scrivere qualcosa su questo grande evento.
Dopo 15 giorni, tutto l’ordinario è tornato e la vita “quotidiana” si fa
strada, ormai con gli esami alle porte. Tuttavia, pur passando il tempo, per chi
è stato ordinato quel giorno, il 14 maggio rimarrà non più come “un” giorno
qualunque, ma come IL giorno, il
giorno in cui Dio, tramite la Chiesa ci ha confermati nella vocazione e ha
acettato il nostro desiderio di consacrarci nel servizio a Lui e ai nostri
fratelli.
Ed ecco un po la
cronaca di quel che è succeso:
-
Gli
esercizi Spirituali
Dopo la Settimana
Santa, la settimana della ottava di Pasqua, abbiamo avuto gli esercizi spirituali
in preparazione all’ordinazione. Questi sono stati predicati e accompagnati da
P. Edward McNamara LC, con la tematica pressa dalla lettera agli Ebrei: “Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli
uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio,
per offrire doni e sacrifici per i peccati” (Eb 5,1). Gli esercizi hanno
avuto luogo a Castel di Guido. Alla fine, il giorno che finirono, cioè il
sabato, siamo tornati a cena al Collegio dove i nostri fratelli Seminaristi ci
hanno accolto con una cena festosa, celebrando i frutti degli esercizi e
l’ormai vicina ordinazione.
Agli esercizi
seguirono giorni “normali”, mentre arrivava il giorno dell’ordinazione.
Il fatto stesso
di essere celebrata a San Pietro in Vaticano, era ormai emozionante. La Chiesa
tutta lì raccolta con tutta la sua storia, ci accoglieva come suoi ministri. La
Santa Messa è stata presieduta dal Cardinale Maura Piacenza, prefetto della
Congregazione per il Clero. A titolo personale – e credo di sprimere il parere
dei miei confratelli Diaconi – non posso dire che la Messa ha cominciato “come
di consueto”. No. Pero noi ordinandi, la Messa non cominciava come di consueto.
Infatti, mentre ci preparavamo, era evidente in tutti i quanti gli ordinandi,
una certa particolare emozione e contrasto di sentimenti che a quel punto s’incrocciavano
e prendevano sede in noi, proprio prima di iniziare la Santa Messa.
La processione
verso la Cattedra è stata segnata di un qualcosa che è difficile di esprimere.
Infatti, entravamo ad altare Dei, ad Deum
qui leatificat iuventutem nostram. E questo era inesprimibile. Arrivati
all’altare, fatta la dovuta riverenza, siamo andati ad occupare i nostri posti
mentre tutta la processione con i presbiteri faceva ingresso.
I riti iniziali e
la Liturgia della Parola si è svolta “come di consueto”. Subito dopo il
Vangelo, è stata fatta la Chiamata. Era il momento decisivo. Era il momento in
cui, con tutta la consapevolezza di quel che facevamo, dicevamo il nostro Eccomi
a Dio. In seguito a questo, il Cardinale ha tenuto l’omelia che, tra l’altro, è
stata bellisima. In essa ci ha ricordato i nostri compiti ministeriali non come
un fardello pesante da portare, ma come una conseguenza necessaria della nostra
chiamata-risposta.
Alla omelia gli
seguì un momento di silenzio. In seguito ebbe inizio il Rito di Ordinazione:
Schierati davanti al Cardinale, ci si domandò sul nostro desiderio di
consacrarci a Dio nell’ordine del Diaconato e sulla consapevolezza degli
impegni che con essa acquistavamo. Ad ogni domanda la nostra risposta fu “Si, lo voglio”, e all’ultima “Si, con l’aiuto di Dio, lo voglio”. Poi
abbiamo espresso il desiderio di compiere la volontà di Dio nella nostra vita
con la promessa di obbedienza. Fatto questo, venne uno dei momenti più
significativi del rito: le Litanie dei Santi.
Prostrati faccia
a terra, quasi faccia a faccia con i santi che nelle cripte Vaticane fanno di
testimoni della fede, e mentre il coro con l’assemblea cantavano le litanie dei
Santi, noi con quel gesto ci consegnavamo a Dio. Dopo, una volta levatici, c’è
stato il momento più importante del rito: l’imposizione delle mani e la
preghiera di ordinazione. Con quei due atti siamo stati segregati
definitivamente per il servizio della Parola, dell’Eucaristia e della Carità.
Poi seguirono i
riti esplicativi: la vestizione degli abiti diaconali, la consegna dei Vangeli
e l’abbraccio di pace. Finiti questi riti, l’Eucaristia seguì come di consueto
con la processione delle offerte.
Una volta finita
la Santa Messa, il Rettore scambiò con il Cardinale parole di auguri e
ringraziamento per la celebrazione fatta. Tornati in sagrestia, il Cardinal
volle ancora far una fotografia di gruppo con tutti noi. La Messa, quindi, era
finita e noi ormai eravamo diventati Diaconi.
Ed eccoci...
ministri al servizio della Parola, della Mensa del Signore e della carità.
Pregate per noi, affinchè Dio, che ha iniziato in noi questa sua opera, la
porti a compimenti, in modo che - come dice la preghiera di ordinazione - pieni
di ogni virtù siamo sinceri nella carità, premurosi verso i poveri e i deboli,
umili nel servizio, retti e puri di cuore, vigilanti e fedeli nello spirito.
Che l’esempio della nostra vita, generosa e casta, sia un richiamo constante al
Vangelo, e susciti imitatori nel popolo santo. Che sostenuti dalla coscienza
del bene compiuto, forti e perseveranti nella fede, siamo immagine del Cristo,
che non venne per essere servito ma per servire.
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