(Estratto dell' omelia del Padre Rettore)
Carissimi seminaristi,
Celebriamo oggi il giorno del Sacro Cuore, festa
profondamente legata al sacerdozio:
-
Perché
Cristo es il Sommo sacerdote da cui nasce il nostro sacerdozio.
-
Perché
il mistero del cuore di Gesù si rivela nella croce, nella quale Cristo s´immola
ed è “sacerdote, vittima e altare”
-
Ed
per questo questa è festa è considerata giornata mondiale di preghiera per la
santificazione dei sacerdoti.
L'evangelista
lo presenta come l'avveramento di una profezia: “Guarderanno
a me, colui che hanno trafitto” (Zc 12,10). Ci comunica, anche, che
dal costato di Gesù subito uscì sangue e acqua. L’acqua e il sangue rimandano
al Battesimo, dove l’acqua è il segno e il sangue la ragione dell’efficacia del
segno.
Tutto
il sangue della nuova ed eterna alleanza era passato per il cuore di Gesù.
Sangue, segno della nuova ed eterna alleanza; acqua segno del lavacro
battesimale, che rigenera in virtù del Sangue.
1)
Quale
è la causa della morte simboleggiato in quel cuore trafitto?:
l'amore. L'amore, spinto a vertici insondabili. A tanta generosità d'amore del
Cristo bisogna che noi rispondiamo con l'amore. Cuore è una parola che
suggerisce un immediato significato, una parola chiave, primordiale, da tutti
intesa in questo significato. Va avvertito che la parola cuore, biblicamente significa
il centro profondo del nostro essere dove prendiamo le decisioni, da dove
sgorgano le nostre azioni, il nostro amore e anche i nostri peccati (Cf. Marco
7,14s). Il culto al Cuore di Gesù nasce proprio dal riconoscere che Gesù si è
donato tutto a noi per amore, che la forza di Gesù nel sostenere la passione è
stata tutta nell'amore.
2)
Quel
Cuore ha acceso i nostri cuori, li ha fatti vivere di amore divino, quello
datoci dallo Spirito Santo. Tutto è ben di più dell'amore
semplicemente umano (nel matrimonio per esempio), il quale non ha lungo cammino
poiché si ferma in punti determinati, e non ha l´intensità rispetto a quello
che le fiamme del Cuore di Gesù hanno acceso nel nostro. Quel Sangue della
nuova ed eterna alleanza versato per amore ha riconsacrato i nostri cuori, li
ha fatti ritornare tempio di Dio, e in essi hanno trovato dimora le fiamme
dell'amore divino. “Sono venuto a gettare fuoco
sulla terra”, ci disse Gesù. Dio ci attira a sé con questo vincolo
d'amore, come dice il profeta: “Io li traevo con legami di
bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua
guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare”.
3)
Gesù
crea un vincolo d´amore con noi: sacerdoti e candidati al sacerdozio. Quale
vincolo d'amore più grande di quello del Figlio, che ha donato tutto se stesso,
che si è piegato a noi discendendo dal cielo, che si è abbassato a noi per
servirci, che si è chinato a noi per darci da mangiare se stesso: il suo Corpo
e il suo Sangue? Quando noi mangiamo il
suo Corpo sappiamo che esso ci è stato donato dal suo Cuore. Quando beviamo il suo Sangue sappiamo che è
sgorgato dal suo Cuore. Il profeta Osea ci dice altre parole che ci fanno entrare nel Cuore di Gesù: “Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio
intimo freme di compassione”.
4)
Il
cuore di Gesù ci mostra la grandezza del suo amore tradotto in misericordia e compassione:
di fronte alle nostre miserie, alle nostre ferite, ai nostri peccati, il primo
moto di Dio è la compassione, la volontà di perdono, poiché Dio è lento all’ira (Cf Ps 144). L'ira, cioè l'azione della sua
giustizia, nasce quando vede gli uomini arrivare sistematicamente al rifiuto
del suo amore.
5)
Gesù
ci mostra il suo Cuore, cioè l'intimo come Uomo-Dio, ci
dona il suo Cuore nell'Eucaristia. In essa,
nell'Eucaristia, c'è la somma dell'amore del Cristo, e c'è il vertice
dell'amore dell'Uomo-Dio. Paolo dice nella seconda lettura d´oggi che l'amore
di Cristo è talmente vasto che sorpassa ogni conoscenza, ma nello stesso tempo,
nella fede in lui e nella vita di comunione con tutti i santi, si è in grado di comprenderlo, pur
senza poterne esaurire “l'ampiezza, la lunghezza,
l'altezza e la profondità”. Dio ci trae a sé con legami d'amore, e
questi sono illimitati, ogni comunicazione d'amore è un legame d'amore, un
legame che dà libertà al cuore, che lo rende libero di amare, libero
dall'egoismo, dal peccato, dalla mediocrità. “Le
insondabili ricchezze di Cristo”, si traducono negli inesauribili
vincoli d'amore che ci comunica. Vincoli d'amore, che vincolano, nella gioia
della libertà d'amare, i nostri cuori ad amarlo. Paolo di fronte a tanto amore,
all'infinito amore di Cristo dice pieno di gratitudine : “Io piego le ginocchia davanti al Padre”.
Cristo comunicandoci il suo Cuore ci apre al Padre, all'adorazione del Padre,
cosicché noi siamo “ricolmi di tutta la pienezza
di Dio”, la quale sempre rimane inesauribile. In cielo, nella
gloria, vedremo Dio tutto, ma non totalmente, poiché egli è infinito; ma il suo
essere infinito sarà inesauribile ricchezza di comunicazione per tutta
l'eternità.
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